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Scenografico edificio che accresce la bellezza della piazza Pié di Corte, la principale di Corropoli.
Noto soprattutto per il suo lungo loggiato che ospita i cittadini ed i visitatori del centro abruzzese, soprattutto durante le principali feste. La sua origine è legata alla piazza che prende forma dopo il 1828l a seguito della demolizione del pericolante Palazzo dei duchi d'Atri: gli Acquaviva. Promotori dell'opera sono alcuni personaggi in vista del centro: il sindaco Gennaro Flajani e il consigliere provinciale Nemesio Ricci. Si inizia la realizzazione della piazza, nel 1839 si concedono gratuitamente i terreni circostanti al perimetro, ai privati cittadini che volevano costruirvi le loro abitazioni. Si interessa la famiglia Ricci decidendo di costruire un grande palazzo, sfruttando quasi tutto il fronte Nord-Est della piazza. Il cantiere dura pochi anni ed è il primo degli edifici della famiglia costruito su questa piazza, segue infatti il palazzo Ricci posto sul lato Nord-Ovest dell'area. Nel 1893 i Ricci cedono lo stabile all'Ente Morale Asili Infantili, poi affittato dal comune che infine lo acquista definitivamente, restaurandolo. Negli anni '50 si procede all'innalzamento di un piano, viene ancora risistemato intorno al 2000 durante il rifacimento della piazza, nel 2021 viene sostituita la pavimentazione sotto il loggiato.
Di pianta rettangolare, piuttosto allungata ad occupare quasi l'intero lato della piazza, realizzato interamente in mattoni ed elevato per tre piani più uno seminterrato. La facciata è dominata dal loggiato al pianterreno, con nove arcate caratterizzate da un motivo a fasce lungo i pilastri, all'interno il soffitto mostra una pregevole volta a vela. Nell'area coperta si aprono i vecchi locali di servizio del palazzo, ogni stanza ha una porta con un arco a sesto ribassato, al centro si apre l'ingresso ai piani alti, con un arcata a tutto sesto. Tornando alla facciata, al primo piano una serie di lesene si alzano dai pilastri del loggiato, dividendo verticalmente la struttura, anche gli angoli mostrano la stessa soluzione architettonica ma raddoppiata. Una fascia marcapiano separa il loggiato dal primo piano, le finestre mostrano un basamento che sporge dal profilo del muro,fino a raccordarsi alla cornice sottostante. Sono inoltre incorniciate da una spessa fila di mattoni, in fasce alternate di diversa colorazione. Al centro si trova un terrazzo in cemento con una balaustra abbastanza elaborata, ai lati due targhe commemorative: a destra dedicata alla Madonna del Sabato Santo, a sinistra al Sacro Cuore. Sull'angolo orientale, quello verso i giardini, si nota la targa a Concezio Rosa, vissuto nel palazzo. L'ultimo piano ricopia con qualche piccola differenza quello sottostante, è interamente intonacato e non ha una balconata. Le lesene verso la parte terminale mostrano un piatto rotondo in ceramica dipinta, in alto uno sporgente cornicione precede il tetto. La facciata sul retro si mostra invece piuttosto sobria, il piano seminterrato mostra una serie di arcate a sesto acuto tamponate, vi si aprono le porte e le finestre dei locali, dove un tempo alloggiavano le stalle e le cantine. Le finestre del primo piano montano delle inferriate, quelle del secondo una cornice marcapiano composta da due file di mattoni sporgenti. Sempre sul retro, una terrazza con ringhiera in ferro separa il palazzo dal sottostante parcheggio, inoltre c'è anche una piccola area verde.

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